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Visita virtuale

Sala delle vele
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Al piano terra della Casa Rossa si trova il vano più ampio dell’edificio, che comprendeva la sala da pranzo ed il soggiorno. L'arredo originale era costituito da un ampio tavolo di acero e da poltrone poste vicino all'ingresso secondario che conduceva direttamente al giardino. Un mobile, appoggiato alla parete di sinistra rispetto all'ingresso, nascondeva un piccolo montacarichi per le vivande, fatte salire dalla cucina che si trovava nell'interrato. Soffitti e pareti della sala, così come quelli di tutti gli altri ambienti della casa, sono arricchiti da decorazioni “a secco” di sapore liberty e decò.
Con la riapertura è diventata la sala d’ingresso della casa/museo dove ci accolgono quattro grandi vele con immagini di Panzini e alcuni esempi della sua scrittura, alcune strisce manoscritte ricavate dal Padrone sono me! Alle pareti una selezione di ritratti di famiglia realizzati dalla moglie Clelia.
Soggiorno delle carte
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In quello che era il soggiorno di Panzini, sono esposti i manoscritti di alcune opere importanti dello scrittore, la sua bicicletta e, in una vetrina originale, le prime edizioni di alcuni suoi romanzi.
Stanza di Clelia
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Al primo piano è collocata la camera della moglie di Panzini, Clelia Gabrielli, insegnante di disegno e pittrice.L’ambiente richiama il colore dell’intonaco esterno ed è dominato dal ritratto di Dante che campeggia nel centro del soffitto.
Questa effigie è protagonista di un divertente brano del Viaggio di un povero letterato, dove Panzini racconta la temuta visita dell’ispettore del fisco: “Ma questa casa è una fortezza, un mastio, una rocca! Lei ha fabbricato senza risparmio! Oh, anche belle pitture! E quell’individuo lassù, sul soffitto, col cappuccio e una rosa in mano; chi è?” “Dante!”, risposi io, pensandomi con quel nome di commuovere il cuore del fisco”. Ma l’uomo del fisco piegò in giù le labbra come per dire: “che lusso!”
Attualmente la stanza comprende il letto, corredato da lenzuola sulle quali è impressa un’immagine della mostra in corso, l’armadio, nel quale è appesa la solenne divisa da Accademico d’Italia, e la teca/lanterna che contiene gli occhiali dello scrittore.
Stanza di Alfredo
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Al primo piano, nella stanza più grande, era situata la camera da letto di Panzini, nel cui angolo/studio si trovavano la libreria, lo scrittoio e un’ampia poltrona di cuoio. Anche qui, pareti e soffitto sono abbelliti con decorazioni a secco. Gli elementi d’arredo della stanza da letto erano costituiti da un letto a barca, un pregiato cassettone a ribalta ed altri elementi di arredo. “Questa, nella stanza da letto, è la finestra presso la quale egli la notte lavora, sdraiato su una sedia lunga, una tavoletta sulle ginocchia piegate. Si desta alle tre o alle quattro, e spalanca questa finestra sul verde degli orti e sul mare. (…) Su una parete stanno appese una gran pannocchia di granturco e una delle scarpette con cui Tittì mosse i primi passi. Accanto al letto di lucido noce coperto di seta verde è teso un rettangolino di seta bianca e lisa, e sopra, da una mano di bimba, vi sono ricamate a punto in croce le lettere dell’alfabeto: in basso “Filomena 1848”. E’ di mia madre – mi dice Panzini…” (da un articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” del 21 settembre 1924 a firma Tantalo).
Oggi la camera/studio, assieme alla scrivania, propone un percorso critico tra le carte dell’archivio dello scrittore.
Stanzino da bagno
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Il graffitismo dei tendaggi nel bagno è affidato all’ironia delle definizioni contenute nel Dizionario moderno. In questo caso, Dabl-iu-sì: Pronuncia all’inglese delle lettere W.C.iniziali di Water Closet, il cesso. Vereconda espressione, usata per far capire a pochi ciò che a tutti occorre.
Seminterrato
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L’ex cucina, ora sala audiovisivi, è abitata da una piccola folla a grandezza naturale, che sembra partecipare con noi alle proiezioni. Tra gli altri, si vedono anche Panzini e l’editore Mondadori..
Parco
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Un parco giardino con vegetazione mediterranea circonda la casa, mentre al di là del fossato le pertinenze ospitavano il podere con la casa colonica, la stalla del cavallo, la rimessa per il calesse che componevano la proprietà. Sul lato ferrovia c'era il pozzo e proseguendo per un sentiero si arrivava alla dependance della casa per gli ospiti detto anche “pensatoio”.
Casa Finotti
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Finotti è il mezzadro di Panzini, inquilino della cassetta adiacente alla “Casa Rossa”. Sebbene Panzini lo presenti soltanto nella parte finale de’ I giorni del sole e del grano, Finotti ne diventa quasi il protagonista ed il simbolo. Di Finotti ci viene presentato l’intero campionario di attività: dall’estirpazione delle erbacce fino all’allevamento delle bestie e la cura della stalla. Panzini dimostra nei riguardi del suo mezzadro una ruvida simpatia, anche se non evita di segnalarne, per esempio nella maniera attraverso cui “governa” la sua famiglia, le spigolosità e le asprezze del carattere.

Info

Servizio Beni e Attivita' Culturali, Politiche Giovanili e Sport
Sede Biblioteca A. Panzini - Primo Piano
Viale Paolo Guidi, 108 – 47814 Bellaria Igea Marina
Apertura al pubblico:
dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00, giovedì dalle 10.00 alle 17.00

Telefono: 0541.343747 - 0541 343746
Email: a.montanari@comune.bellaria-igea-marina.rn.it
Email: g.gori@comune.bellaria-igea-marina.rn.it